Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, il fatturato dell’industria nel 2013 ha registrato una contrazione del 3,8% rispetto al 2012, mentre per gli ordinativi la flessione è stata pari all’1,3%.
Per il Codacons i dati peggiori non sono quelli ampiamente attesi su base annua, ma quelli di dicembre che tornano a scendere persino su base mensile dopo il rialzo di novembre: -0,3% per il fatturato, -4,9% per gli ordinativi.
Insomma le ottimistiche previsioni di chi, come il Governo, aveva visto per la fine dell’anno una ripresa, o addirittura l’uscita dal tunnel, sono state pesantemente e drammaticamente smentite.
Purtroppo aveva ragione il Codacons a sostenere che i rialzi positivi dei mesi scorsi non erano indicativi di una ripresa economia. Ecco perché a commento dei dati di novembre l’associazione aveva parlato “di un rimbalzo tecnico e non di una inversione di tendenza”.
La realtà è che quanto fatto finora per aiutare le imprese, riducendo ad esempio la tassazione ed il costo del lavoro, fin dal decreto Salva Italia del dicembre 2011 quando fu abbassata l’Irap, non è servito a nulla e questo per la semplice ragione che fino a quando le famiglie sono ridotte sul lastrico nessuna reale ripresa è possibile per le industrie.
E questo per l’elementare ragione che se le famiglie non comperano, le imprese non vendono!
I pesanti dati del mercato interno resi noti oggi dall’Istat confermano la bontà di questa tesi. Solo la domanda estera può attualmente salvare le imprese dal fallimento.

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