Il Codacons parte civile nel processo a carico dei vertici storici del Cas.

Tangenti autostrada Siracusa-GelaSi è aperto con la costituzione di parte civile del CODACONS, assistito dall’Avv. Carmelo Sardella, nonché dell’Assessorato Regionale delle infrastrutture e dei trasporti, il processo innanzi alla prima sezione collegiale del Tribunale di Messina per le tangenti per i lavori di realizzazione di tre lotti dell’autostrada Siracusa-Gela. 

Il Tribunale dopo aver rigettato tutte le eccezioni formulate da parte dei difensori degli imputati, ha aperto il dibattimento e fissato un fitto calendario d’udienze, a partire dal 28 marzo. Le accuse contestate dalla Procura di Messina a carico dei nove imputati sono, a vario titolo, di turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio e corruzione. L’indagine, nasce da una segnalazione alla Procura della città dello Stretto da parte del Tar, a cui avevano fatto ricorso le ditte escluse dalla gara di affidamento dei lavori. Imputati, sono i componenti della commissione che avrebbe dovuto verificare la congruità delle offerte per l’affidamento delle opere: Pietro Mandanici, Sebastiano Sudano, Antonino Recupero e Corrado Magro, il direttore generale pro-tempore del Cas Maurizio Trainiti, l’ex presidente Antonino Gazzara, l’ex responsabile tecnico del Consorzio Gaspare Sceusa, i costruttori Domenico Astaldi di Condotte Spa e Antonino D’Andrea del consorzio Cosige.

La principale eccezione formulata dai difensori, oltre all’ eventuale spostamento del processo a Milano, è stata sulla costituzione di parte civile dell’Assessorato Regionale alla infrastrutture e i trasporti e del Codacons. Entrambe le eccezioni, anche a seguito delle repliche dell’Avv. Sardella, difensore del Codacons, sono state superate dai giudici con il rigetto, dopo due lunghe camere di consiglio. Successivamente si è proceduto all’affidamento di una maxi perizia da parte dei giudici a un collegio di ben tre consulenti, per trascrivere la mole di intercettazioni ambientali e telefoniche che sono agli atti del processo.

I cittadini siciliani subiscono un “danno da disservizio”, afferma Giovanni Petrone, Presidente Regionale Codacons, infatti anche per effetto delle condotte corruttive, i cittadini vengono privati della possibilità di fruire di quei servizi e di quei vantaggi di cui dovrebbero poter beneficiare in quanto ne sostengono i costi, dovendo addirittura sopportare il contestuale peggioramento del sistema economico di cui fanno parte.

Tutto questo, afferma il Codacons, mentre le autostrade siciliane, anche a causa della corruzione e della cattiva gestione, sono un bollettino di guerra, e si registrano gli ennesimi gravi incidenti sull’autostrada A18 Messina-Catania, ribattezzata l’autostrada della morte. Coinvolti in un maxi-tamponamento all’altezza di Scaletta Zanclea nove mezzi, con quattro feriti.  Tra i motivi dell’impatto, manco a dirlo, l’asfalto dissestato e la pioggia. Solo pochi giorni fa in un altro tamponamento sulla stesso tratto autostradale sono morte tre persone. Un secondo incidente non grave si è verificato sempre sulla A18, all’altezza della galleria Capo Alì, al chilometro 14 in direzione Catania. In questo caso l’incidente sarebbe stato causato dal distacco di un cavo della corrente elettrica e ha contribuito a paralizzare la circolazione lungo l’autostrada.

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