I consumatori stigmatizzano l’assenza del Ministero dell’Ambiente, del Ministero della Salute e della Regione Siciliana.

Rinviati a giudizio gli ultimi tre direttori con l’accusa di disastro colposo.

Disastro ambientale raffineria MilazzoIl Codacons, è stato ammesso parte civile nel processo sul presunto disastro ambientale causato dalla raffineria di Milazzo. La prima udienza del processo che gli ambientalisti ritengono “storico” si terrà il 3 aprile. Il Gup non ha tenuto in considerazione la richiesta dei Pubblici ministeri, i quali avevano chiesto invece il non luogo a procedere.

In prima fila nella battaglia ambientalista il Codacons, rappresentato dal Segretario Nazionale Francesco Tanasi e difeso dall’Avv. Carmelo Sardella, Dirigente dell’Ufficio Legale Siciliano dell’Associazione a tutela di consumatori ed ambiente.

L’avv. Sardella  commenta: “Accogliamo con soddisfazione la decisione del Gup presso il Tribunale di Barcellona P.G., che ha rinviato a giudizio gli ultimi tre direttori generali della Raffineria che si sono succeduti fino al 2014, accusati dei reati di gettito pericoloso di cose e per disastro colposo, in relazione alle emissioni di gas, vapori e/o di fumo, ma registriamo con sorpresa l’assenza, tra le centinaia di costituzioni di parte civile, del Ministero dell’Ambiente, del Ministero della Salute e della Regione Siciliana. Infatti viene contestato ai dirigenti Marco Saetti, Gaetano De Santis e Piero Maugeri di “non avere adottato, agendo nella veste su indicata, la migliore tecnologia disponibile e le più evolute modalità di esercizio dell’attività produttiva della Raffineria di Milazzo Spa atte a garantire la tutela della salubrità dell’ambiente e della salute ed incolumità della popolazione residente nelle zone limitrofe allo stabilimento medesimo”.

In passato, il Codacons, spiega il prof. Tanasi, aveva presentato un esposto alla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto a seguito dell’incidente avvenuto nel settembre 2014 nella Raffineria mediterranea di Milazzo, per le “gravi inadempienze e conseguenti responsabilità nella violazione della normativa vigente in tema di attività di prevenzione”.

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