CATANIA – È di poche ore fa l’approvazione da parte del Governo Meloni del decreto contro le baby gang. Vengono inasprite le pene e arriva il daspo urbano anche per i quattordicenni.baby gang catanese

In effetti, il provvedimento colpisce i minorenni ed il fenomeno delle baby gang che è ormai dilagante. Lo dimostra la vicenda verificatasi sabato scorso a Catania, in cui un branco di una trentina di ragazzi ha picchiato due giovani e poi un minore a Villa Pacini.

Il Codacons, assistito dall’avv. Isabella Altana Dirigente dell’Ufficio Legale Regionale, ha depositato un esposto presso la Procura della Repubblica di Catania e si è costituito parte offesa nell’ambito del procedimento. D’altra parte, secondo il Codacons, arrestare fatti di questo genere è fondamentale. Naturalmente, però, gli stessi vanno anche prevenuti, attraverso un controllo più capillare del territorio; “per questo, continua il Codacons, chiediamo al Prefetto di intervenire, aumentando il numero di pattuglie e utilizzando tutti gli strumenti – anche quelli da poco introdotti dal Governo – per estinguere il fenomeno”.

“La nascita di questi gruppi – dice l’avvocato Bruno Messina, Vice Presidente Regionale Codacons – è dovuto a molteplici fattori: l’influenza dei media e della cultura popolare, che ha portato alcuni giovani a idealizzare uno stile di vita criminale; il desiderio di appartenere a un gruppo e l’approvazione dei pari; la mancanza di modelli positivi nelle vite di questi giovani, che li spinge verso il crimine, percepito come unica via per ottenere rispetto e successo. Per affrontare il problema delle baby gang – continua Bruno Messina – è necessario un approccio multifattoriale che coinvolga lo Stato, le istituzioni educative, le famiglie e le comunità. Occorre investire nella prevenzione, ossia in programmi educativi per aiutare i giovani a sviluppare abilità sociali e opportunità alternative”.

“Ancora – prosegue l’avvocato Messina – vanno coinvolte le famiglie, che devono identificare i segnali precoci di coinvolgimento nelle baby gang e ricevere supporto per affrontare questi problemi. Poi deve realizzarsi una vera collaborazione tra polizia e comunità, in modo da identificare i membri delle baby gang e prevenire le violenze. Per l’avvocato Altana vanno compiute anche campagne educative per i giovani e le loro famiglie, affinché aumenti la consapevolezza sui rischi delle baby gang e sui modi per evitarle”. baby gang catanese

“E infine, concludono Altana e Messina, i giovani a rischio hanno bisogno di accesso a servizi di supporto psicologico per affrontare traumi e difficoltà emotive. In definitiva solo attraverso una combinazione di strategie mirate e collaborazione tra tutti i settori della società, si potrà sconfiggere questo fenomeno e garantire un futuro migliore ai giovani”.

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