È iniziata la stagione del tonno rosso del Mediterraneo che giunge nel nostro mare semichiuso dopo un lunghissimo viaggio lungo la corrente del Golfo atlantica, trovando le condizioni più favorevoli alla sua riproduzione. pesca illegale tonno rosso

La pesca del tonno rappresenta una delle più antiche forme di pesca praticate dall’uomo che ha visto, nel tempo, il proliferare della tradizione della mattanza e delle tonnare.

“In Sicilia – spiega la Prof. Daniela Mainenti Responsabile tutela della qualità dei prodotti ittici del Codacons Sicilia – si assiste tuttavia alla pratica della pesca illegale di tale tipologia di tonno, in totale violazione delle norme comunitarie. I regolamenti europei stabiliscono infatti delle quote massime di pesca, limitate ad un preciso arco temporale.

Vincoli che hanno portato sul nostro mercato ad un aumento esponenziale dell’offerta di tonno illegale, ossia pescato abusivamente al di fuori dei limiti imposti dalla legge, e venduto al consumatore finale senza alcuna garanzia di tracciabilità e di sicurezza nella conservazione di tali delicatissime carni particolarmente soggette ad alterazioni tossiche”.

In Sicilia il fenomeno si presenta in questo periodo nelle sue forme più gravi e i banchi dei mercati del pesce di Palermo e di altre città della regione sono piene di tranci enormi di tonno senza etichettature venduto a 10/12 euro kg.

Non passa giorno senza che la Guardia Costiera di Palermo straordinariamente impegnata nel contrasto a questi traffici illeciti organizzati (che possono fruttare anche 12000 euro in una sola serata di pesca tutte esentasse!) non esegua sequestri sempre più consistenti.

Pericoli per la sicurezza alimentare e la salute dei consumatori pesca illegale tonno rosso

“Un plauso – continua Mainenti– va riconosciuto dunque al nucleo operante nel capoluogo regionale che con pochi uomini e mezzi è impegnato nelle indagini ma, contemporaneamente, vanno avvertiti i consumatori a cui occorre consigliare di astenersi dall’acquisto di questo prodotto sprovvisto delle dovute certificazioni e documenti accompagnatori, la cui esibizione al pubblico da parte dei rivenditori al dettaglio e dei ristoratori andrebbe al contrario pretesa, per evitare di incorrere in serie conseguenze derivanti da intossicazione da istamina che in alcuni casi possono avere esiti mortali.

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