L’Ars ha approvato la legge “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto”, MA PER IL CODACONS DENUNCIA ECCO COSA NON VA:

Nell’ambito della copiosa regolamentazione del fenomeno “amianto”, le Regioni hanno un ruolo nient’affatto marginale. La Legge 257 del 1992 ( “Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”, G.U. n. 87 del 13 aprile 1992), con la quale vengono messi al bando tutti i prodotti contenenti amianto e tutte le attività commerciali ed industriali collegate, attribuisce alle Regioni il compito di pianificare le attività di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli dell’amianto (art. 10). In tali piani le amministrazioni regionali dovrebbero definire dei programmi per dismettere l’attività estrattiva dell’amianto e realizzare la relativa bonifica dei siti, individuare dei siti per l’attività di smaltimento dei rifiuti di amianto e predisporre le modalità di controllo di queste operazioni.

Alcuni fondi disponibili

Ø Fondi Europei Programmazione operativa regionale, nelle disponibilità del dipartimento ambiente, disponibili per le aree a rischio ambientale circa diciassette milioni di euro che andranno persi perché non utilizzati. Si sarebbe potuto prevedere una serie di interventi in campo di catastazione o bonifica di amianto. E’ evidente che questa è un a piccola cifra rispetto le somme che non sono state utilizzate e che risolverebbero in una seria programmazione questo annoso problema. Sarebbe interessante aver chiara la quantificazione delle somme strutturali messe a disposizione per l’ambiente e sanità e quelle utilizzate programmazione 2007/2013, ed anche cosa si prevede di sviluppare come riprogrammazione al 2015.

Ø La Regione Assessorato Sanità ha previsto una spesa di un milione di euro per la istituzione di uno sportello ambiente a Caltanissetta annunciata alla mega manifestazione INNOVAZIONE IN SANITA’ tenutasi nel maggio 2011 a Palermo, cosa è stato prodotto da tale struttura e quali vantaggi ha ricavato la popolazione (a che serve tale struttura con finalità ambientali essendoci già un assessorato , sarebbe stato più opportuno ad esempio impegnare tali fondi per una struttura di prevenzione dei danni da amianto).

Ø E’ opportuno precisare che tale somma €. 304.637,80, con Decreto del Ministero dell’ Ambiente n°771 del12 giugno 2003 è stata attribuita alla Regione Sicilia, (Assessorato Regionale del Territorio e Ambiente) al fine della realizzazione della mappatura completa della presenza di amianto, ai sensi dell’ art. 20, comma l, della Legge 23 marzo 2001 n°93.Con Decreto n° 1318 del20 giugno 2012 è stato istituito il capitolo n° 446516 ed iscritta la somma di €. 304.637,80 per la realizzazione del “Piano di protezione amianto”.

La legge si apre dando la definizione di prevenzione, ma si dimentica della prevenzione terziaria. Quanto sopra denota, da parte dell’aula, tanta buona volontà ma forse una poca conoscenza dell’aspetto sanitario, pur partecipando all’approvazione del disegno di legge di un tecnico di rilievo l’Assessore Borsellino che di queste cose dovrebbe essere a conoscenza.

Ritengo doveroso riportare la definizione data dall’ “Organizzazione Mondiale della Sanità” (World Health Organization, WHO)

• Per prevenzione si intende l’insieme di misure di profilassi mediche, ma anche di tipo sociale o economico, rivolte ad evitare l’insorgenza di una malattia in una popolazione sana o a delimitare la progressione e la gravità di una malattia, adottate allo scopo finale di eliminarla. Si definiscono 3 livelli di prevenzione della malattia dell’uomo:

PREVENZIONE PRIMARIA è volta a ridurre l’incidenza di una patologia e si attua rimuovendo i

Determinanti (fattori di rischio) che la causano. Informare la popolazione. Fornire supporti educativi

Creare riferimenti per la popolazione a rischio

PREVENZIONE SECONDARIA ha lo scopo di identificare la patologia precocemente.

PREVENZIONE TERZIARIA è volta a ridurre la gravità e le complicazione di malattie ormai instaurate.

E’ evidente che questo riferimento è opportuno non per sottolineare la poca conoscenza della materia, ma perché di prevenzione terziaria si tratta in alcuni articoli.

La legge riesce a fare delle problematiche collegate all’amianto una unica enorme minestra, nella quale tratta senza distinzione la medicina del lavoro con l’igiene ambientale , la prevenzione delle malattie professionali e quelle dovute a cause ambientali( Biancavilla), riscrive norme nazionali , detta l’obbligo di riunioni annuali alle quali non è chiaro chi dovrà partecipare, che però non possono indicare percorsi che prevedano spesa e quindi non è chiaro perché farle. Ma in compenso l’Assessorato regionale della salute dovrà predispone un piano biennale per la informazione della popolazione sulle patologie asbesto correlate, sulla normativa vigente in materia di inquinamento da amianto e sugli obblighi relativi. A tal fine sono realizzati, a titolo gratuito, dall’Ufficio stampa della Presidenza della Regione specifici programmi radiotelevisivi ed inserti giornalistici da diffondere gratuitamente con quotidiani o periodici stampati e diffusi in Sicilia che in ogni caso per avviarli vorranno essere pagati.

Si dimentica che le norme danno specifiche competenze a strutture sanitarie e non che hanno specifiche competenze (INAIL, ASP,ARPA ecc.)

Si obbliga la Regione a diffondere i dati negli ospedali , nelle caserme ecc. dimenticando che è sufficiente metterli in rete perché siano accessibili a tutti.

Si parla di un impianto di trasformazione dell’amianto in sostanza inerte da attivare a servizio di tutti gli ambiti territoriali senza dire di cosa si tratta ma senza prevedere dei centri di stoccaggio comunali o provinciali, con la conseguenza che se l’impianto nascerà a Siracusa il poveretto che ha una vasca da smaltire di Trapani, sarà costretto a conferirla non in un centro di raccolta comunale a dovrà attraversare l’isola con costi enormi . Viene imposto per legge un impianto di inertizzazione senza neanche fare una banale indagine costi benefici, per verificarne la necessità.

E’ previsto un piano amianto ,che da quanto sembra, dovrà nascere prima che venga sviluppato il catasto , quindi senza avere idea delle quantità e delle localizzazioni per poter sviluppare una seria programmazione

Si dà carico alla regione di rimuovere l’amianto presente senza considerare che esiste amianto in aree pubbliche e quello in aree private. Chi dovrà pagare questi interventi sempre i cittadini?

La perla è la costituzione un fantomatico Ufficio che ha carico del catasto , della pianificazione , di attività ispettive , ma non sono definite le competenze ed i mezzi perché queste attività vengano sviluppate. E’ opportuno ricordare che dal 2000 ad oggi all’Assessorato alla Salute si sono susseguite diverse Commissioni che avrebbero dovuto sviluppare il piano amianto ma che nulla hanno prodotto.

In conclusione sarebbe stato più utile e costruttivo non pensare a cose complicate ,lasciare alla sanità ed ai vari enti e strutture le proprie competenze, non intervenire in maniera approssimativa e confusionaria dopo quattordici anni di ritardo senza aver neanche spese le somme che lo Stato ha trasferito nel 2001.

 

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