In un mondo in cui l’amianto è presente ovunque, ricordiamo che un tempo l’amianto si trovava come componente fondamentale di tubi, vasche, ferodi ecc., e le sue fibre possono entrare in contatto con il nostro corpo in qualsiasi momento con il rischio di ammalarsi è opportuno intervenire rapidamente per la bonifica ed inertizzazione. La Regione Siciliana ha accumulato un ritardo di circa quindici anni e ad oggi nulla ha fatto. Lo denuncia il Dipartimento Ambiente del Codacons.

Vediamo quali sono le norme che intervengono in campo di amianto a livello regionale e nazionale e a cosa servono:

1. Legge n. 257del 27 marzo 1992 “Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”. Si è vietata in Italia l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto; tale legge imponeva alle regioni l’adozione di un piano di protezione dell’amianto e la stesura di un censimento (mappatura).

2. DPR 8 agosto 1994 contenente atti di indirizzo e coordinamento alle regioni per l’adozione dei piani di protezione, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto.

3. D.P.Reg.Siciliana 27 dicembre 1995 con cui veniva approvato il Piano di protezione dell’amianto, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto.

 

Nel 1995 fu costituita un’apposita Commissione Regionale con il compito di realizzare la mappatura dell’amianto presente sul territorio regionale, di formulare proposte risolutive della problematica, di presentare una proposta congiunta da sottoporre all’approvazione della Giunta di Governo in un “Piano regionale di protezione, di decontaminazione, di smaltimento e bonifica dell’ambiente al fine della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto” ex legge n° 257 del 27 marzo 1992.

Con la legge 93/2001 furono destinati alla Sicilia 353.000 euro per l’attuazione del Piano Regionale di Protezione e per la stesura del catasto dell’amianto. Si tratta di fondi, denuncia il Codacons, che non risulta siano stati ancora utilizzati né sono stati messi in atto provvedimenti per la bonifica. Ciò si traduce in una esposizione dei cittadini ai gravi danni alla salute che provoca l’amianto e che sono tristemente noti.

Il Codacons chiede pertanto al governo regionale di intervenire al più presto e di colmare questa grave lacuna che riguarda la tutela ambientale e la salute dei cittadini e chiede per quale motivo i fondi stanziati nel 2001 non sono stati ancora utilizzati.

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