UN PO’ è l’ aspetto psicologico che conta. Imu, Tari, Tasi e le tasse in generale fanno paura e frenano i consumi. C’ è poi l’ insicurezza del posto di lavoro che non fa mettere mano al portafogli. Ma più che altro sono i soldi che non ci sono. Si fatica ad arrivare alla fine del mese e si continua a tagliare su tutto, comprando il meno possibile. Se scende la domanda, i prezzi dovrebbero diminuire. Macché. Calano quelli dei beni voluttuari, ma non quelli di prima necessità, che si è costretti a comprare, a meno che non si voglia morire di fame. Nell’ ultimo anno sono scesi lievemente, dello 0,1%, i prezzi dei prodotti acquistati di meno dai fiorentini e sono aumentati invece dello 0,7 e del 2% rispettivamente quelli ad alta e media frequenza di acquisto. Il colpo di grazia l’ ha dato l’ aumento di un punto percentuale dell’ Iva a ottobre. Rispetto a dodici mesi fa i prezzi al consumo dei prodotti alimentari sono aumentati dell’ 1,4%. STESSO incremento percentuale per i beni relativi alla casa, come acqua, energia e combustibili. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’ ufficio statistica del Comune sono aumentati rispetto ad un anno fa anche i prezzi dei mobili e degli articoli per la casa, così come quelli per l’ istruzione, saliti del 2,3%. E non servono le percentuali. Gli aumenti sono sotto gli occhi di tutti. Nel 2007 un litro di latte intero si pagava di media 1,27 euro. Oggi è salito a 1,58 euro. Sembrano pochi spiccioli, ma si tratta di un aumento di oltre il 24%. IDEM per il pane: cinque anni fa costava 1,84 euro al chilo, oggi la media registrata dall’ ufficio statistica è di 2,02 euro, con un aumento di quasi il 10%. Prezzi proibitivi per il latte in polvere, che in città si vende anche a quasi 28 euro al chilo, per il parmigiano reggiano, che costa 18,66 euro il chilo, e perfino per il rossetto per labbra, con una media di 13,14 euro. Se questi sono i prezzi, le tredicesime dei dipendenti basteranno per rilanciare gli acquisti? O forse a invertire la tendenza saranno i promessi (ma ancora non si sa se mantenuti) 14 euro e spiccioli in più che dovrebbero arrivare in busta paga dalla legge di stabilità? Le previsioni delle associazioni dei consumatori non sono affatto rosee. Secondo Codacons Toscana nella regione si spenderanno durante il periodo di Natale circa 642 milioni di euro, con i consumi che caleranno del 7% rispetto allo scorso anno. Dividendo la cifra per il numero di famiglie toscane, si tratta di una spesa di circa 390 euro a famiglia e 174 euro pro capite, dove dentro ci sta tutto: addobbi, regali, alimentari ristorazione, viaggi, spese per la cura della persona. In generale, si tirerà la cinghia e si spenderà solo per prodotti alimentari e per i regali per i bambini. Nemmeno i commercianti sono particolarmente ottimisti. «E’ stato un anno molto difficile, hanno sofferto molto i negozi di abbigliamento, un po’ meno quelli di calzature, ha tenuto la ristorazione», spiega Stefano Fontinelli, di Confesercenti Firenze. «Per le festività natalizie ci aspettiamo il risultato dello scorso anno». Ovvero una flessione delle vendite, anche se lieve. «E comunque, esattamente come lo scorso anno ? prosegue Fontinelli ? lo shopping natalizio sarà fatto a ridosso del 24 dicembre, quando le tredicesime saranno già sui conti correnti». «LA CRISI purtroppo continua a farsi sentire ? dice Jacopo De Ria, presidente di Confcommercio Firenze ? e anche a Natale ormai si fatica a spendere come qualche anno fa. Dobbiamo avere fiducia cercando nella crisi di cogliere le opportunità del mercato e non smettendo di combattere giorno dopo giorno. Se, come sembra, sarà abolita la seconda rata dell’ Imu, questo potrebbe trasformarsi in un incentivo per le famiglie per regalare e regalarsi qualcosa a cui magari hanno rinunciato nel corso dell’ anno». «Cerchiamo di essere ottimisti ? conclude il presidente ? nella speranza che, a dispetto delle previsioni, questo Natale possa rappresentare un piccolo segnale di ripresa». Monica Pieraccini.

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