Il  Segretario Nazionale del Codacons Francesco Tanasi lancia un appello al Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci a verificare la sicurezza delle guardie mediche siciliane perché «nulla è cambiato dopo i ripetuti episodi di violenza a danno del personale medico e para medico dei nosocomi – dice Tanasi – che tutt’oggi si trovano costretti a lavorare con paura e disagio». Sicurezza guardie mediche Sicurezza guardie mediche

Sicurezza guardie medicheIl Codacons già da mesi era duramente intervenuto contro le aggressioni ai medici del pronto soccorso, lanciando la campagna “Basta violenza negli ospedali” e chiedendo prima al Governo nazionale e poi al Ministero dell’Interno il presidio delle forze dell’Ordine e l’utilizzo di guardie armate presso tutte le guardie mediche della provincia di Catania – ma anche del resto dell’Isola – per l’incolumità del personale medico e paramedico. «Eppure tutto tace. La violenza di Trecastagni è stata una tragedia annunciata», chiosa Tanasi.

Ed è proprio a seguito di quest’ultima vicenda che vede protagonista la dottoressa Serafina Strano di Trecastagni (che ricordiamo essere stata vittima di violenze durante il turno di guardia) che il Codacons – tramite il Presidente Regionale Codacons Avv. Giovanni Petrone e il dirigente dell’Ufficio Legale Regionale avv. Giuseppina Chiara Reale – ha presentato nei giorni scorsi  un esposto alla Procura della Repubblica di Catania in cui si chiede di accertare le responsabilità di quei soggetti, enti pubblici e istituzioni, che hanno il dovere di garantire la sicurezza dei lavoratori.

«È indubbiamente una situazione insostenibile ed inaccettabile che nonostante esista una normativa corposa in tema di sicurezza sul lavoro, non viene evidentemente messa in atto – scrive il Codacons nell’esposto – La predisposizione di strumenti necessari per “osservare” quanto accade all’interno delle guardie mediche appare indispensabile non essendo sufficiente l’impianto e l’utilizzo di telecamere a circuito chiuso ma essendo necessarie telecamere che siano collegate all’esterno e che rendano possibile un pronto intervento delle Forze dell’Ordine costantemente collegate. La vita privata dei dipendenti delle guardie mediche risente di questa situazione di pericolo, in base ai racconti di molti medici interessati, essendo spesso costretti i familiari degli stessi operatori ad organizzarsi per fare compagnia nelle ore di lavoro ai propri parenti la cui l’incolumità viene costantemente sottoposta a pericolo». 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui