Si è svolto oggi, con una ampia partecipazione, il webinar dal titolo: “DECRETO RILANCIO E MOBILITY MANAGER“. Organizzato dal CEDDIP, dall’ORION, dall’Associazione Avvocati in Europa e dall’ Associazione Nazionale Utenti Servizi Radio Televisivi.

Relatore il prof. Francesco Tanasi docente dell’Università San Raffaele Roma.

Tanasi ha reso noto che il 26 maggio 2021 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto interministeriale n. 179 del 12 maggio 2021 emanato dal Ministero della Transizione Ecologica, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture della Mobilità Sostenibili, in attuazione delle disposizioni contenute al comma 4 dell’art. 229 del D.L. 34/2020, cd. Decreto Rilancio.

In linea con le politiche internazionali (quali, ad esempio, il “Quadro 2030 per le politiche dell’energia e del clima”, l’Accordo di Parigi del 2015, il Green Deal europeo del 2019), il D.M. costituisce l’attuazione delle cd. politiche di Mobility Managment, sancendo all’art. 1 che la finalità perseguita è “consentire la riduzione strutturale e permanente dell’impatto ambientale derivante dal traffico veicolare privato nelle aree urbane e metropolitane, promuovendo la realizzazione di interventi di organizzazione e gestione della domanda di mobilità delle persone che consentano la riduzione dell’uso del veicolo privato individuale a motore negli spostamenti sistematici casa-lavoro e favoriscano il decongestionamento del traffico veicolare”.

Gli STRUMENTI CHIAVE per attuare tali obiettivi sono due: il Mobility Manager ed il PSCL (Piano Spostamenti CasaLavoro).

Il Mobility Manager – ha continuato Tanasi – è una figura specializzata con competenza professionale e/o comprovata esperienza nel settore della mobilità sostenibile, dei trasporti o della tutela dell’ambiente, la cui nomina è obbligatoria per:

  • le imprese e le pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, con singole unità locali con più di 100 dipendenti ubicate in un capoluogo di Regione, in una Città metropolitana, in un capoluogo di Provincia ovvero in un Comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti. In tali contesti, il “mobility manager aziendale” si occupa del governo della domanda di mobilità e della promozione della mobilità sostenibile nell’ambito degli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente;
  • i Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti: in tale veste,  il “mobility manager d’area” si occupa della definizione e implementazione di politiche di mobilità sostenibile, nonché dello svolgimento di attività di raccordo tra i mobility manager aziendali.

In entrambi i casi, la nomiva va effettuata tra il personale in ruolo.

Il Piano Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL) è lo strumento di pianificazione degli spostamenti sistematici casa-lavoro del personale dipendente di una singola unità locale lavorativa. Ai sensi dell’art. 3 del D.M., le imprese e le pubbliche amministrazioni per le quali è prevista la nomina obbligatoria del Mobility Manager sono tenute ad adottare, entro il 31 dicembre di ogni anno, un PSCL del proprio personale dipendente.
Finalizzato alla riduzione del traffico veicolare privato, il PSCL si compone di due parti: quella informativa, avente ad oggetto l’analisi degli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti, delle loro esigenze di mobilità e dello stato dell’offerta di trasporto presente nel territorio interessato; quella progettuale, che individua le misure utili a orientare gli spostamenti del personale dipendente verso forme di mobilità sostenibile alternative all’uso individuale del veicolo privato a motore.

Il 04 agosto c.a. il MTE e il MIMS – ha spiegato Tanasi – hanno adottato le “Linee guida per la redazione e l’attuazione dei piani degli spostamenti casa-lavoro” da parte dei mobility manager. Le misure individuabili sono state raggruppate per assi di intervento/strategie di interesse per l’azienda come di seguito sintetizzate:

  • ASSE 1 – DISINCENTIVARE L’USO INDIVIDUALE DELL’AUTO PRIVATA: introduzione di un servizio di navetta aziendale, auto aziendali su prenotazione, razionalizzazione nell’uso dei parcheggi;
  • ASSE 2 – FAVORIRE L’USO DEL TRASPORTO PUBBLICO: stipulare convenzioni con le aziende di TPL al fine di fornire abbonamenti gratuiti o a prezzi agevolati per i dipendenti;
  • ASSE 3 – FAVORIRE LA MOBILITÀ CICLABILE E O LA MICROMOBILITÁ : realizzazione di stalli per biciclette custoditi e/o videosorvegliati, stazioni di ricarica elettrica per e-bike e monopattini, realizzazione di spogliatoi con docce per i dipendenti;
  • ASSE 4 – RIDURRE LA DOMANDA DI MOBILITÁ: redazione di un piano per favorire lo smart working o per favorire il co-working in sedi di prossimità a residenze/domicili dei dipendenti;
  • ASSE 5 – ULTERIORI MISURE: iniziative che favoriscano la sensibilizzazione dei dipendenti sui temi della mobilità sostenibile.

“Nell’ambito del PSCL – continua Tanasi – è inoltre necessario evidenziare i benefici conseguibili con l’attuazione delle misure in esso previste, individuando i vantaggi sia per i dipendenti coinvolti, sia per l’azienda, sia per la collettività. Tra gli altri, si sottolineano: riduzione dei tempi di spostamento, dei costi di trasporto e del rischio di incidentalità; regolarità nell’arrivo dei propri dipendenti; diminuzione delle emissioni inquinanti e climalteranti e riduzione della congestione da traffico veicolare”. rilancio mobility manager

Ma come funziona in concreto il meccanismo? Il professore ha spiegato che ai sensi dell’art. 4 del D.M. il PSCL adottato dalle imprese e dalle pubbliche amministrazioni deve essere trasmesso, entro quindici giorni dall’adozione, al mobility manager d’area del Comune territorialmente competente, per una valutazione complessiva da parte di quest’ultimo (d’intesa con il mobility manager aziendale) delle misure previste nel territorio di riferimento, una fase di confronto sulle soluzioni ipotizzate, l’armonizzazione delle diverse iniziative e la formulazione di intese, accordi e proposte di finanziamento in relazione alle fonti disponibili. rilancio mobility manager

“Considerata la diversità dei soggetti coinvolti, è evidente come il successo di un PSCL dipenda dall’’interazione tra i Mobility Manager, il direttivo aziendale ed i dipendenti. Il raggiungimento dei benifici per la collettività, in termini sia di produttività aziendale sia di impatto ambientale e sociale è tuttavia rimesso al coordinamento costante tra enti e all’attivismo pubblico: attualmente, infatti, mancano sia sanzioni per gli Enti inadempienti sia fondi appositamente dedicati per l’attuazione e implementazione delle misure dei PSCL” – ha concluso Tanasi.

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