messina senza acquaMESSINA: Dopo la denuncia del Codacons alla Procura  della Repubblica  per interruzione di pubblico servizio, si apre anche un altro fronte.

Ottobre 2015: in oltre la metà dei rubinetti delle case della città di Messina (la 3° città della Sicilia!) non sgorga una goccia di acqua. E’ l’allucinante realtà che i messinesi hanno vissuto per una settimana: quella che sembrava la “solita” interruzione temporanea si è incredibilmente prolungata nel tempo, causando la chiusura di scuole, uffici e negozi si è trasformata nella peggiore crisi idrica della città dello Stretto dall’ultimo secolo. 

Ma i messinesi, che di questa surreale situazione hanno dovuto subire tutti i disagi , hanno assistito anche al fenomeno – subito denunziato dalla stampa locale (e poi ripreso anche da quella nazionale) degli “speculatori” che hanno subito approfittato della situazione per lucrare sulla drammatica mancanza d’acqua.  

‘avv. Antonio Cardile Presidente provinciale del CODACONS-, quindi,  annuncia nei prossimi giorni un altro esposto in Procura per chiedere che si indaghi anche su questi fatti, individuando eventuali  responsabili di condotte illecite, che hanno approfittato della grave mancanza idrica e dello stato di bisogno delle fasce più deboli, come gli anziani e le famiglie con figli piccoli.

Per Cardile  “è inammissibile che si possa speculare su un bene primario come l’acqua e che si possa approfittare di un’emergenza collettiva per fare affari in danno dei cittadini” e pertanto chiederemo che siano svolte tutte le indagini per chiarire i contorni della vicenda e che siano acquisiti tutti i servizi televisivi sull’argomento.

Cessata la fase emergenza, i responsabili – prosegue CARDILE – dovranno essere chiamati a rispondere dell’accaduto e per questo il CODACONS – dopo aver proposto la denunzia per interruzione di pubblico servizio ed omissione di atti di ufficio – ne proporrà un’altra per verificare se vi siano state ingiustificate speculazioni di rivenditori privati sul prezzo dell’acqua e quali erano le caratteristiche di qualità dell’acqua fornita , che – occorre rammentarlo – non deve peggiorare  rispetto a  quella  fornita dalla  rete idrica.

La leggi vigenti – prosegue il CODACONS – richiedono  una assunzione di responsabilità per tutti  i soggetti che operano nel settore, che devono operare  con certificati  e con procedure validate: il diritto alla salute dei cittadini non può piegarsi ad alcuna speculazione o logica affaristica.

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