Indagati per usura bancaria il Presidente ed ex Presidenti del Consiglio di Amministrazione, Salza, Beltratti e Gros di INTESA SANPAOLO

usura bancariaA seguito della denuncia di un imprenditore catanese (assistito dal CODACONS) che gestiva un agriturismo in territorio di Ragusa, la Procura della Repubblica di Ragusa ha aperto un’inchiesta per usura bancaria, scrivendo nel registro degli indagati i nomi di Enrico Salza, Andrea Beltratti e Pietro Gian Maria Gros, Presidente ed ex Presidenti del Consiglio di Amministrazione e del Consiglio di Gestione del GRUPPO INTESA SANPAOLO di Torino.

L’imprenditore, che è assistito nel procedimento penale dall’Avv. Carmelo Sardella, Dirigente dell’Ufficio Legale CODACONS, avrebbe stipulato a partire dall’anno 2001, dei contratti di apertura di credito in conto corrente con l’istituto guidato (in tempi diversi) dai tre indagati, subendo però il macroscopico, reiterato e continuo esubero dei tassi soglia legali, pubblicati trimestralmente dalla Banca d’Italia.

Gli indagati, avrebbero determinato ed autorizzato l’applicazione di interessi usurari, superiori al tasso soglia, ai contratti di conto corrente accesi presso le filiali della BANCA INTESA SAN PAOLO, non impedendo, pur avendo l’obbligo giuridico di evitarlo, che fossero pretesi ed applicati interessi usurari.

L’imprenditore, lungi dall’essere debitore, risulta creditore nei confronti della banca per diverse decine di migliaia di euro, ma nonostante ciò l’illegittima segnalazione “a sofferenza” presso la Centrale rischi effettuata dall’istituto, di fatto, ha paralizzato l’accesso al credito dell’imprenditore e la conseguente crisi e successiva chiusura dell’impresa.

Purtroppo, afferma il Codacons, si tratta di una pratica diffusa fra gli istituti di credito, che tendono ad addebitare somme illegittime ai propri correntisti, per poi pretenderne il pagamento con l’avvio di azioni esecutive sui beni di questi ultimi. È evidente che in un contesto del genere le banche, anziché essere un volano per l’economia, ne costituiscono il freno, perdendo l’alta funzione sociale che dovrebbe essere loro propria.

Invitiamo gli utenti del sistema bancario – conclude l’associazione dei consumatori- a verificare periodicamente la legittimità delle pretese degli istituti di credito, rivolgendosi agli sportelli Codacons sul territorio.

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