La cenere dell’Etna, caduta copiosamente nei mesi scorsi e percepita come una minaccia e un problema da gestire, rappresenta anche una risorsa preziosa con un potenziale economico e ambientale significativo.Cenere vulcanica risorsa
“Infatti, come spiega l’avvocato Bruno Messina, Vice Presidente Codacons Sicilia, diversi studi condotti nel corso degli anni, in particolare nelle regioni vulcaniche altamente attive come la Kamchatka in Russia e l’Indonesia, hanno dimostrato che la cenere vulcanica è un fertilizzante minerale multi-nutriente. Queste proprietà, evidenziate anche da uno studio italiano del 2022, realizzato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e da un altro più recente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Catania, permettono di affermare che la cenere rappresenta un’opportunità unica per l’agricoltura. Quando applicata al suolo, la cenere vulcanica non solo arricchisce il terreno di nutrienti, ma ne migliora anche la struttura, favorendo una migliore ritenzione idrica e l’aerazione delle radici.
Un altro vantaggio significativo – continua l’avvocato Bruno Messina – è l’aspetto economico: la cenere dell’Etna è facilmente disponibile e, spesso, sovrabbondante, dunque la stessa permette di ridurre la dipendenza da fertilizzanti chimici, che sono costosi e comportano impatti ambientali negativi. Pertanto, l’uso della cenere vulcanica si inserisce perfettamente nei principi dell’economia circolare emergente, in cui i materiali di scarto vengono reintrodotti nel ciclo produttivo come risorse”.
Il Codacons diffida i comuni del catanese a rispettare le norme in materia di riutilizzo della cenere dell’Etna Cenere vulcanica risorsa
“In tal senso, dice Messina, si è mosso il legislatore, che con il decreto legge del 31 maggio 2021, numero 77, ha qualificato la cenere lavica non più come rifiuto ma come materiale riutilizzabile. E così la cenere raccolta può essere impiegata nella produzione di cementi miscelati, malte, calcestruzzi e altri materiali edili, tutto in conformità alle LINEE GUIDA PER LA RACCOLTA, LA DETENZIONE E L’UTILIZZO DELLE CENERI VULCANICHE emanate dalla Regione Siciliana nel febbraio di quest’anno. I Comuni interessati dal fenomeno della caduta della sabbia dell’Etna dovranno, allora, allestire dei centri di stoccaggio, presso cui anche i privati potranno portare il materiale accumulato in cortili, terrazze e balconi.
Inoltre, prosegue Messina, gli stessi Comuni dovranno aggiornare i loro piani di raccolta vigenti, e comunicare i quantitativi di cenere potenzialmente idonea depositatasi nel corso di precedenti eventi eruttivi. Per queste ragioni abbiamo diffidato i Sindaci dei Comuni del catanese ad attenersi alle nuove disposizioni normative, attuando una strategia volta a fornire benefici duraturi sia per l’ambiente che per l’economia locale”.