La scuola, luogo simbolo della formazione culturale e umana dei giovani, dovrebbe essere un ambiente sicuro e confortevole. Dovrebbe! Invece gli edifici etnei cadono letteralmente a pezzi. Il Codacons, dunque, mostra il proprio plauso per l’azione di controllo avviata dai poliziotti del commissariato Borgo-Ognina che, assieme al personale dell’Asp di Catania, hanno effettuato un primo sopralluogo nelle scuole del centro cittadino, verificando la sussistenza di criticità nella scuola elementare “Mario Rapisardi” di Catania (come svelato dal tam tam mediatico su Facebook, poiché la questura non ha reso noto il nome della scuola sotto accusa).
Scuola emergenza sicurezza«Sono anni che denunciamo il degrado delle scuole siciliane – afferma la coordinatrice del Codacons Sicilia Sara Seminara – Strumenti ginnici non a norma, impianti elettrici (anch’essi non a norma) del tutto fatiscenti, soffitti, cornicioni e muri che cadono letteralmente a pezzi: questa è la realtà del luogo in cui i ragazzi, gli insegnanti e il personale scolastico trascorrono la maggior parte della propria giornata. Negli ambienti degli istituti scolastici siciliani, purtroppo, la loro incolumità è messa, ogni giorno e ogni momento, in pericolo. Ne è dimostrazione il recente caso di cronaca che ha visto coinvolta una bambina di appena 6 anni, infortunatasi durante un esercizio ginnico a causa della mancanza di sicurezza degli strumenti utilizzati nella palestra del proprio istituto scolastico».
Il Codacons Sicilia interviene sui fatti e, tramite la propria coordinatrice, si interroga: «Che fine hanno fatto – prosegue Seminara – gli innumerevoli annunci dell’ex premier Matteo Renzi sul fronte della sicurezza scolastica? Siamo in presenza di un’emergenza sicurezza.  Oggi rinnoviamo la nostra richiesta alle Forze dell’Ordine e alle istituzioni competenti ad effettuare controlli a tappeto in tutte le scuole della provincia etnea, nella speranza che non si debba arrivare, come sempre accade in Italia, ad una vera e propria tragedia per vedere finalmente ascoltati i nostri appelli in fatto di sicurezza».

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