PALERMO/ Un presunto sistema illecito legato al rilascio delle salme all’interno del Policlinico di Palermo è al centro di un’indagine che ha portato alla richiesta di 15 misure cautelari per reati quali associazione a delinquere, corruzione e concussione.

Secondo quanto emerso, il rilascio delle salme, le vestizioni e l’accelerazione delle pratiche amministrative sarebbero stati subordinati al pagamento di somme di denaro, con modalità ripetute e organizzate che avrebbero inciso sui diritti delle famiglie colpite dal lutto.

Sul caso interviene il Codacons, che parla di una vicenda “di particolare gravità”.

“Se le contestazioni dovessero essere confermate – afferma l’associazione – ci troveremmo di fronte a una inaccettabile strumentalizzazione del dolore umano, con cittadini costretti a subire pressioni in momenti di estrema fragilità”. Palermo salme Policlinico

Il Codacons sottolinea come si tratti di servizi pubblici essenziali, che devono essere garantiti nel rispetto della legge e della dignità delle persone. “Ogni eventuale richiesta indebita – prosegue – rappresenta una grave violazione dei diritti dei cittadini e mina la fiducia nelle strutture sanitarie pubbliche”.

L’associazione evidenzia inoltre possibili distorsioni nel settore funebre, con imprese avvantaggiate o penalizzate in base alla disponibilità a pagare. “Un quadro che – spiega il Codacons – incide sull’interesse collettivo e sulla correttezza del sistema”.

Alla luce di tali elementi, il Codacons annuncia che si costituirà parte offesa nel procedimento e di aver conferito incarico all’avvocato Marcello Drago, dirigente dell’Ufficio Legale Regionale, affinché proceda formalmente alla costituzione e segua l’intero iter del procedimento, monitorando l’evoluzione dell’inchiesta e tutelando i diritti dei cittadini coinvolti.

Il Codacons invita infine tutti i cittadini che ritengano di aver subito pressioni, richieste indebite o irregolarità analoghe a segnalare i fatti, contattando l’associazione all’indirizzo e-mail sportellocodacons@gmail.com oppure tramite WhatsApp al numero 3715201706, così da contribuire all’accertamento della verità e al ripristino della legalità.

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