Tanasi presenta indagine del Codacons

Catania/ La prostituzione in Italia è un fenomeno che non accenna ad arrestarsi, anzi. Ad alimentarlo è, soprattutto, la forte stretta economica che, in questi ultimi anni, ha permesso al fenomeno di proliferare anche via web. Di questo e di altro si è discusso nell’incontro organizzato dai Volontari D’Italia e dalla Federazione Europea Volontariato (FEDEURVOL), durante il quale il professore Francesco Tanasi, Segretario Nazionale Codacons, ha reso nota una recente indagine realizzata dall’associazione dei consumatori sul business della prostituzione.

Indagine crescita prostituzione«L’attuale valore della prostituzione – ha spiegato Tanasi – è di 3,9 miliardi di euro annui, a fronte di 3milioni di clienti e 90mila operatrici. Non da meno è la prostituzione sul web: 18mila i soggetti che operano online. Mentre in Italia si torna a parlare di case chiuse, mi preme ricordare come il Codacons abbia presentato già nel 2014 una proposta di disegno di legge per regolamentare il settore. Il business del mercato del sesso registra un fatturato annuo da capogiro, sfiorando i 4miliardi di euro, ciò che è meno nota è la sua crescita sensibile, complice il boom della prostituzione sul web, durante gli anni della crisi economica».

Dall’indagine realizzata dal Codacons, inoltre, emerge come nel periodo della crisi economica (2007-2014) il fatturato della prostituzione sia cresciuto del 25,8% mentre il numero di soggetti dediti alla prostituzione è aumentato del 28,5% (+20mila). Negli ultimi anni si è assistito ad una progressiva riduzione del numero di prostitute che operano in strada, la cui percentuale rappresenta tuttavia ancora la fetta più consistente, pari al 60% del totale. Da contraltare si registra una forte crescita nel numero di lucciole che decidono di lavorare in casa o altre strutture non all’aperto (40%). Della totalità delle prostitute operanti nel nostro paese, il 10% è minorenne, mentre il 55% è costituito da ragazze straniere, provenienti principalmente dai paesi dell’Europa dell’Est (Romania, Bulgaria, Ucraina) e dall’Africa (Nigeria in testa).

«Tra i dati emergenti – ha proseguito Tanasi – spicca una fortissima crescita di prostitute cinesi, che svolgono prevalentemente la propria attività in case o nei centri massaggi. I costi dei “clienti” sono altrettanti elevati: mediamente la spesa abituale è pari a 110 euro al mese. Va tuttavia sottolineato che i costi delle prestazioni sono assai diversificati a seconda del servizio reso: per una escort, ad esempio, si arriva a pagare anche 500 euro per poche ore di prestazione, poiché il servizio è più ampio e include anche il ruolo di accompagnatrice in feste, eventi o al ristorante. Costi che scendono a 30 euro in caso di prestazioni rapide consumate in strada. Ma il vero e proprio boom riguarda la prostituzione via web: l’offerta si è spostata dalle strade agli schermi dei pc tramite siti privati, pagine web, portali con annunci specializzati, in cui escort e prostitute pubblicizzano i propri servizi raggiungendo un bacino di utenza sempre più esteso. All’interno di tale ambito si colloca un fenomeno letteralmente esploso a seguito della crisi economica: quello delle cam girl, ossia ragazze, generalmente di età inferiore ai 40 anni, che pur non praticando la prostituzione attraverso il contatto fisico con i clienti, mostrano il proprio corpo nudo attraverso una web cam. La prostituzione via web coinvolge oggi circa 18mila operatrici, ossia il 20% del totale. E’ questa la nuova emergenza da arginare».

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