Mentre la Sicilia si tinge di arancio c’è qualcuno, come il CODACONS, che diventa “rosso dalla rabbia”. Sì perché l’Associazione dei consumatori si indigna per quanto accade nell’Isola, dove la quarta ondata ha colpito duramente e continua a mostrare le difficoltà di un sistema sanitario che ondata dopo ondata di coronavirus non riesce mai a rispondere adeguatamente ai bisogni dei siciliani. fallimento piano regionale

Ospedali saturi e pazienti non Covid costretti a rinviare cure e interventi fallimento piano regionale

“Eppure il 21 settembre dello scorso anno – dice l’avvocato Bruno Messina, Vice Presidente Regionale Codacons – era stato approvato dalla Regione il Piano di Riorganizzazione delle terapie intensive e sub intensive, che concepiva 69 interventi diversi relativi a 30 strutture ospedaliere e 16 delle 18 Aziende Sanitarie, Ospedaliere, Universitarie Regionali. Si trattava di riorganizzare i posti letto e i costi, garantendo anche la sicurezza degli operatori che lavorano all’interno delle strutture ospedaliere, e dando così una chance alle strutture sanitarie dell’Isola in vista di ulteriori ondate di Covid-19″.

“I dati e gli accadimenti di questi giorni, però, mostrano o che il piano non è stato attuato a dovere o che lo stesso non era adeguato. Infatti, solo per fare un esempio, al Pronto soccorso dell’ospedale Cervello di Palermo sono tornate le file di ambulanze con i positivi a bordo che per l’Epifania avevano costretto a montare nottetempo una tensostruttura, e vi sono state difficoltà a reperire i respiratori per l’area di emergenza – al Cervello sono riusciti a ottenerne 28 – mentre i 250 posti letto dell’ospedale erano tutti occupati, così come anche i 40 posti Covid del Policlinico. Al Civico è stato necessario attivare altri 12 posti in Pneumologia, oltre ai 18 già esistenti, mentre Medicina, Malattie infettive e Terapia intensiva respiratoria erano saturi”.

Si è anche reso necessario il trasferimento in ambulanza in provincia, a Partinico e Petralia, di molti soggetti. Per non parlare, poi, di quanto accade a quanti, malati di altre patologie, si vedono costretti a rimandare interventi, anche importanti. A tal proposito il professore Giarratano, presidente nazionale della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva e membro del CTS, ha dichiarato che il dato nazionale e regionale mostra che l’83 per cento circa della popolazione che ha bisogno di cure ospedaliere non è malata di Covid nelle forme gravi respiratorie e addirittura il 71 per cento ha patologie non Covid che necessitano di cure parimenti urgenti e spesso salvavita”.

Quindi, la stragrande maggioranza dei pazienti che si rivolgono in questi giorni agli ospedali scontano ritardi e dilazioni nella cura e sono o dovrebbero essere una emergenza da trattare al pari di quella Covid. “Ma allora perché – si chiede il CODACONS – non si realizza una corretta programmazione in grado di prevenire i disastri di questi giorni? Perché non si ascoltano quanti – tecnici e non – offrono il proprio contributo per prevenire quanto accade in Sicilia?”.

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