Caro Babbo Natale, lettera Tanasi regione Sicilia 
quest’anno ho deciso di scriverti non per seguire una tradizione, ma per dare voce alla Sicilia e ai siciliani. Non ti chiedo un dono materiale né un gesto simbolico: ti chiedo di portare un messaggio forte a chi governa il Paese, perché la nostra terra ha bisogno di giustizia sociale, non di attenzioni occasionali o interventi episodici.
La Sicilia da troppo tempo convive con fragilità che segnano profondamente la vita quotidiana delle persone. Le crisi idriche che lasciano intere comunità senz’acqua rivelano limiti infrastrutturali che non possono più essere ignorati. La gestione dei rifiuti continua a mostrare criticità che compromettono il decoro e la qualità del territorio. Gli incendi che periodicamente devastano vaste aree dell’Isola confermano quanto sia urgente un sistema di prevenzione e protezione realmente efficace. A tutto questo si aggiungono collegamenti aerei e marittimi insufficienti e spesso troppo costosi, un caro vita che cresce più dei redditi e una sanità che, tra attese interminabili e carenze strutturali, fatica a garantire cure tempestive a chi ne ha più bisogno.
Alla Sicilia manca anche un clima di legalità piena e diffusa. Le infiltrazioni criminali, le pressioni mafiose e i fenomeni di corruzione che ancora resistono nel nostro territorio non sono solo problemi di ordine pubblico: sono ostacoli allo sviluppo, alla fiducia dei cittadini, alla possibilità per le imprese sane di crescere e per i giovani di costruirsi un futuro qui. La legalità non è un valore astratto, ma la condizione essenziale affinché diritti, servizi e opportunità possano essere garantiti davvero a tutti.
Caro Babbo Natale, queste non sono semplici difficoltà amministrative, ma il segno evidente di un deficit di diritti. Ogni giovane costretto a lasciare la propria terra per mancanza di opportunità, ogni anziano che attende mesi per una visita medica, ogni famiglia che affronta spese sproporzionate per accedere a servizi essenziali rappresenta una ferita al principio di uguaglianza sostanziale sancito dalla Costituzione.
La Sicilia non può continuare a essere trattata come una periferia sacrificabile della Repubblica. La nostra Isola possiede un potenziale umano, culturale e sociale straordinario, che potrebbe fare della Sicilia un modello di sviluppo se solo ricevesse la stessa attenzione, gli stessi investimenti e le stesse opportunità riconosciute ad altri territori. La responsabilità di questo non appartiene a un singolo livello istituzionale, ma allo Stato nel suo complesso.
Per questo ti scrivo, caro Babbo Natale. Non ti chiedo un miracolo, ma di consegnare idealmente questo messaggio a chi ha il dovere e la responsabilità di intervenire. La Sicilia non chiede favori, non chiede assistenza, non chiede promesse indefinite: reclama normalità, equità, diritti certi.
Se un dono deve arrivare, che sia questo: una Sicilia che non debba più chiedere ciò che le spetta. Una Sicilia finalmente rispettata. lettera Tanasi regione Sicilia 

Francesco Tanasi
Segretario Nazionale Codacons

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