Il caffè al bar, rito quotidiano di milioni di italiani, è troppo spesso una delusione: macchine sporche, macinature vecchie, acqua stagnante, chicchi conservati male. Un espresso che dovrebbe rappresentare un’eccellenza italiana si trasforma così in un prodotto mediocre, servito senza il rispetto delle regole fondamentali di qualità.caffè al bar
Tanasi: lancia il decalogo del buon espresso caffè al bar
Per questo il Codacons lancia il “Decalogo del buon espresso“, rivolto sia ai consumatori che ai baristi: una guida semplice e chiara per difendere chi paga e responsabilizzare chi serve.
“Basta con i caffè bruciati, amari o serviti in tazzine bollenti – dichiara Francesco Tanasi, Segretario Nazionale Codacons – il caffè è parte della nostra identità e non può essere trattato come una bevanda qualsiasi. Pretendiamo rispetto: chi lo prepara deve seguire regole precise, chi lo consuma deve imparare a riconoscere quando un espresso non è fatto bene”.
IL DECALOGO DEL BUON ESPRESSO
1. Il caffè va macinato al momento
Un espresso preparato con polvere rimasta per ore nel macinino perde aroma e intensità. Macinare poco alla volta è la prima garanzia di qualità.
2. La macchina deve essere pulita
Portafiltri e beccucci sporchi rilasciano residui che alterano gusto e igiene. Un buon barista li pulisce con cura a ogni utilizzo.
3. Prima di ogni caffè serve il “flush“
Un getto d’acqua elimina residui e acqua stagnante dalla macchina. Se non viene fatto, si rischia di bere un espresso con retrogusto amaro e sporco.
4. Tazzina calda, non bollente
La tazza deve essere tiepida per mantenere la temperatura ottimale, mai rovente: un caffè bollente non è segno di qualità ma di incuria.
5. La crema racconta la qualità
Un buon espresso si riconosce dalla crema: color nocciola, uniforme, senza bolle grosse. Se è chiara e spumosa o scura e bruciata, qualcosa non va.
6. Il flusso deve essere regolare
Il caffè deve scendere “a coda di topo”, fluido e costante. Se esce a gocce o troppo veloce, la macinatura o l’estrazione sono sbagliate.
7. Il gusto deve essere equilibrato
Un buon espresso è intenso ma non bruciato, persistente ma non amarissimo. Un sapore sgradevole è spesso segno di tostatura eccessiva o di macchina mal regolata.
8. La campana del macinino va curata
I chicchi devono essere conservati in un contenitore pulito, lontano da umidità e luce. Residui e grassi rancidi compromettono aroma e freschezza.
9. I chicchi devono essere sani
Meglio scegliere tostature equilibrate: chicchi troppo scuri e oleosi indicano lavorazioni estreme che cancellano le note aromatiche.
10. Competenza e attenzione fanno la differenza
Dietro una tazzina ci sono tecnica, formazione e rispetto per il cliente. Un bar che cura questi dettagli difende un simbolo dell’Italia nel mondo.
Alleanza: consumatori attenti e baristi responsabili
“Il nostro obiettivo – prosegue Tanasi – è creare una vera e propria alleanza: consumatori attenti e baristi responsabili. Solo così il caffè al bar tornerà a essere un piacere e non una delusione quotidiana. Invitiamo i cittadini a segnalare le cattive pratiche e a premiare chi lavora bene”.