Associazione aveva presentato piattaforma di proposte per migliorare servizi universitari, ma situazione è peggiorata.

Università studi CataniaCirca un anno e mezzo fa, la consapevolezza che l’Università degli Studi di Catania era impantanata in una grave situazione di sofferenza istituzionale che l’aveva fatta velocemente precipitare in fondo alle classifiche sulla qualità delle università statali italiane, spinse il Codacons a scendere in campo per denunciare lo stato di abbandono e sostenere con veemenza un cambiamento di rotta nella deficitaria conduzione dell’Ateneo catanese. Nel corso della campagna elettorale per l’elezione del Rettore, il Codacons scese in campo attraverso UNICODACONS (Osservatorio per qualità dei servizi accademici), propria sezione dedicata ai consumatori dei servizi erogati dall’Università, studenti e cittadini, ma anche ai suoi operatori, dal personale tecnico a quello docente. A questo proposito, gli esperti di UNICODACONS elaborarono un Protocollo Propositivo, con evidenziate le principali criticità e relativi suggerimenti di interventi, che fu proposto ai due candidati per l’elezione del Rettore, Prof. Basile e Foti. La condivisione del Protocollo Propositivo da parte di entrambi i candidati fu accolta con viva soddisfazione da UNICODACONS   che poteva così riporre in entrambi i candidati la speranza che il rettore eletto avrebbe comunque guidato l’università di Catania verso una nuova stagione, quella del riscatto e del recupero del prestigio perduto. Università studi Catania

Università studi CataniaPurtroppo, oggi a distanza di quasi un anno e mezzo dalla elezione del Prof. Basile, UNICODACONS   deve constatare con amarezza e delusione che ben poco è stato fatto di quanto condiviso nel corso della campagna elettorale. Così, nessun intervento concreto è stato messo in atto per rimuovere o mitigare le tante criticità evidenziate nel Protocollo Propositivo proposto da Unicodacons. In particolare nel campo della didattica, l’università catanese ha insistito a proporre una stantia e perdente offerta formativa con il risultato di non riuscire ad arrestare la fuga di studenti, adesso diventata una vera e propria emorragia. Infatti, in controtendenza con le altre università, in quella catanese il numero di immatricolazioni è sceso ancora e dai quasi 60 mila unità di appena qualche anno fa è arrivato a circa 43 mila,  con la perdita  di circa 16 mila iscritti. In questo modo, nel volgere di pochissimi anni, la nostra università nell’AA 2017/2018 si è guadagnato il penultimo posto in graduatoria tra gli atenei d’Italia.

Università studi CataniaLe cose non vanno bene, anzi continuano a peggiorare sempre più velocemente nel campo della gestione delle aree protette. L’AMP Isole Ciclopi, gestita in consorzio con il comune di Acicastello, sembra annaspare e tristemente avviata verso un inevitabile tramonto. Ancor peggio va la politica universitaria nella gestione delle riserve naturali. Infatti, dopo la sconcertante distruzione della motonave Europa I e l’insensato smantellamento delle strutture museali di accoglienza della riserva naturale di San Gregorio e di quelle di Melilli, smantellamento palesemente illegittimo e le cui responsabilità vanno interamente addebitate alla precedente amministrazione, anche adesso continua il disimpegno dell’università nei confronti delle riserve naturali avute in affidamento con laute risorse da parte della Regione Siciliana, se si fa eccezione per qualche iniziativa che, allorquando non è addirittura in contrasto con i fini istitutivi, è fumosa e autocelebrativa. Per chiudere, non si può ancora una volta non stigmatizzare come la miope cancellazione di numerosi accordi di collaborazione con enti locali, comunali ed anche provinciali da parte della precedente amministrazione, abbia largamente contribuito a fare perdere ii contatti con il territorio dell’università di Catania.

Noi di UNICODACONS avevamo espresso la nostra fiducia ed, ove richiesta, anche la nostra collaborazione al Prof. Basile già in occasione del suo insediamento a rettore. Anche se alla luce dei fatti adesso esprimiamo perplessità e scetticismo, rinnoviamo ancora una volta tutta la nostra disponibilità a collaborare per il bene della nostra Università, patrimonio dell’intera collettività di Sicilia. Restiamo però critici e vigili affinché non si perda più tempo ad operare nella giusta direzione.

Ormai è tempo di correre e non di vivacchiare. Università studi Catania Università studi Catania Università studi Catania 

AVV. GIOVANNI PETRONE

PRESIDENTE REGIONALE CODACONS

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