Francesco Tanasi, Consigliere della Camera di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa della Sicilia Orientale, assieme a CODACONS e COMITAS (Coordinamento Microimprese per la Tutela e lo Sviluppo) propone ai vertici dell’Ente Camerale di istituire un Osservatorio sull’anti-contraffazione. L’organo dovrà essere composto da rappresentanti di Prefettura, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Agenzia delle Dogane, Polizia Municipale, Regione Siciliana, Università degli Studi di Catania, Comuni di Catania, Siracusa e Ragusa, associazioni di categoria e associazioni dei consumatori. La finalità dell’Osservatorio sarà quella di realizzare indagini conoscitive sul fenomeno della contraffazione, promuovere azioni aziendali volte alla prevenzione e svolgere attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Osservatorio anti contraffazioneCon il termine contraffare, infatti, ci si riferisce all’attività di chi riproduce qualcosa in modo tale che possa essere scambiata per l’originale. Per l’esattezza, la contraffazione interessa una serie di fenomenologie essenzialmente riconducibili alla produzione e commercializzazione di merci che recano – illecitamente – un marchio identico ad uno regolarmente registrato, ovvero alla produzione di beni che costituiscono riproduzioni illecite di prodotti coperti di copyright, modelli o disegni (fenomeno della c.d. pirateria).

Il fenomeno della diffusione nel mercato, a livello internazionale di marchi e modelli contraffatti è tristemente noto e i suoi effetti negativi più rilevanti, dal punto di vista aziendale, riguardano il calo del fatturato e la perdita di fiducia degli operatori nei confronti del mercato come spazio di sviluppo. Questa situazione ha l’effetto di scoraggiare i creatori e gli inventori mettendo in pericolo l’innovazione e la creatività. Senza dimenticare i danni sociali connessi alla perdita dei posti di lavoro, allo sfruttamento della mano d’opera e al pericolo per la salute dei consumatori, le perdite per il gettito fiscale dello Stato e il pericolo per l’ordine pubblico.

Secondo gli ultimi dati della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Dogane (aggiornati ad ottobre 2017), l’anno scorso sono stati quasi 15mila i sequestri per 26 milioni di articoli contraffatti. Il giro d’affari nazionale del fenomeno contraffazione si attesta sempre attorno ai 7 miliardi (stime Censis), anche se le confische sono diminuite del 6,6% perché il trend della criminalità organizzata è quello di privilegiare piccole spedizioni (più difficili da intercettare) piuttosto che grandi container. Ne fa le spese l’economia legale, cui il fenomeno sottrae 100mila posti di lavoro e il Fisco che perde 1,7 miliardi di gettito l’anno (ma può arrivare a 5 miliardi se si considerano anche gli effetti indiretti). Gli articoli più sequestrati non sono quelli di moda, ma i componenti per cellulari e apparecchi elettronici e i ricambi di auto. Tra i beni più contraffatti ci sono sempre l’abbigliamento e gli accessori. «Solo un’attività di contrasto integrata, condotta su più fronti, può essere in grado di contribuire ad arginare il fenomeno. E qui in Sicilia c’è la necessità di contribuire fattivamente al suo freno», chiosa Tanasi.

FEDERICO SAVARESE

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